RELAZIONE ANNUALE 2017


 

 

 

 

Associazione per il sostegno di persone con disagio psichico, psicologico, esistenziale

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Relazione del presidente sull’attività svolta nell’anno 2017dall’Associazione

Gentili associati,

Dodicesimo anno dalla fondazione.

Ci ritroviamo per riflettere insieme non solo su quanto si è fatto ma su quanto possiamo progettare. Quali cambiamenti e quali iniziative per proseguire il nostro progetto.

Ripeto come nella relazione dello scorso anno quanto sia difficile spiegare la nostra identità, ma aggiungo anche quanto sia necessario comunque farlo per poter trasmettere un modello che veda possibile quello che viene dichiarato necessario per la salute mentale . Alla soglia dei 40 anni della 180, mentre si preparano le celebrazioni, pare sempre difficile arduo disatteso il concetto di partecipazione dell’utenza, di ascolto e consenso, di empowerment e fondamentalmente di etico rispetto. Sono a conoscenza di interventi tecnici raffinati rivolti a questo obiettivo, di organizzazioni di servizi di cura italiani e stranieri che includono gli utenti, di modelli ed esperienze  insomma ben più articolate scientifiche e firmate della  nostra piccola esperienza. Ma il nostro modesto modello basato sulla fiducia e speranza nellerisorse delle persone con disagio, sul chiedere, come riferivo lo scorso anno, tanto a loro e poco all’assistenza tecnica, incrementando le capacità di auto aiuto di responsabilizzazione di rispetto tolleranza capacità di sopportazione conoscenza dei limiti,con  soddisfazione e successo e con un costo sostenibile, mi permette di pensare che debba essere meglio sviluppato e trasmesso. Forse non ne sono in grado, non ne siamo in grado perché appunto apparteniamo alla periferia, allo spontaneismo, non siamo in grado di firmare nulla o non ci impegnamo abbastanza per questo. Oppure siamo  assimilati a quanto è superfluo accessorio o inserito nel calderone del volontariato apprezzato ma perlopiù sconosciuto nelle sue differenti articolazioni. La prima riflessione è quindi rivolta alla necessità di farci conoscere meglio.

E a quali cambiamenti assistiamo? Sicuramente la percezione di un aumento del disagio sociale con l’impressione di un malessere concentrato nelle aree giovanili con condotte sconvolgenti ha portato a focalizzare come indispensabili interventi sulla prevenzione del disagio psichico precoce. Giustamente si cerca di incrementare l’attenzione sull’adolescenza, prevedere risorse per l’occupazione, fare prevenzione. Siamo però anche una popolazione che invecchia, che vive più a lungo con acciacchi diversi. E bisogna prevedere risorse anche per gli anziani acciaccati. Penso che attrezzarsi per una vita possibile in tutte le età e con acciacchi diversi comporti una apertura a risorse già esistenti e possibili senza ricorrere a incrementi economicamente impossibili e per altro non augurabili dell’assistenza ma ad un’integrazione che esca dai parametri di categorie il più possibile. Un intervento che valorizzi le capacità delle persone,non le escluda, aumenti la reciproca conoscenza, utilizzi la fiducia e di nuovo speranza nell’aiuto dell’altro, può essere una risorsa inesauribile perché  risorsa umana. I nostri sostenuti non sono giovani, non hanno usufruito forse di un intervento precoce ed integrato, hanno fatto l’esperienza di isituzionalizzazioni ed emarginazioni ed ora si preparano a vivere il resto della loro vita nel miglior modo possibile per loro e per gli altri. Di nuovo il nostro modello funziona, e può essere da stimolo. Preciso che non intendo assolutamente sottovalutare la necessità, l’indispensabilità dell’intervento tecnico specifico, della prevenzione, della cura ma semplicemente inserita in un contesto in cui il paziente, il curato, l’utente, la persona sia nella migliore condizione di vita possibile, con libertà di scelta, libero, consapevole dei suoi limiti e necessità ma con tutta l’autonomia possibile perchè la sua vita non sia una vita in mano ad altrui decisioni.  

L’esperienza nostra di cohousing, la rete di sostegno intorno a noi, l’usufrutto di tutte le risorse possibili territoriali non destinate alla categoria ‘malati’, l’apertura ad altre realtà, il coinvolgimento da sempre nelle scelte dei sostenuti, permette di ipotizzare non solo un presente ma anche un futuro sufficientemente tranquillo e praticabile per persone con disagio psichico senza marginalizzazioni. Ed anche la realizzazione di un clima intorno a loro di conoscenza e comprensione che facilita anche altre comprensioni e conoscenze, attiva insomma risorse di umanità che sembrano a volte perse nell’affanno dellle difficoltà della esitenza di ciascuno.  

Non c’è il problema di mostrarsi come categoria che ha bisogno o affermare un proprio ‘orgoglio’ ma semplicemente mostrare una propria identità più o meno diversa ma in grado di avere e dare risorse. La risorsa che la nostra esperienza dà al territorio è sicuramente un’immagine meno disperata e conturbante della malattia mentale e la capacità di inclusione senza spiegazioni ed interventi ma con l’esperienza quotidiana di condivisione. E’ in questa ottica che non siamo un luogo psichiatrico ma un posto nella comunità sociale.

Proprio perché all’interno della comunità esprimiamo necessità che possono essere comuni ad altri. La necessità di un aiuto domiciliare,  di un sostegno all’abitare che può essere condiviso con altre persone. Possono prefigurarsi figure colf-badanti-assistenti in comune, di quartiere. Certo all’interno di una cultura che necessita di interventi formativi. Ma anche di esempi, di esperenze che vanno conosciute. Ecco sono input che ci sentiamo di esprimere. Forse preferiamo esserci che apparire. La relazione vuole mostrare quello che siamo.

Questa relazione verrà come al solito inviata ai sostenitori, agli amici, alle altre associazioni e a chi si occupa di salute mentale e pubblicata sul sito.

Descrivo ora  più in particolare quanto avvenuto nell’anno.

AUTO-AIUTO  ACCOGLIENZA REPERIBILITA’ RESIDENZIALITA’ LAVORO

 

Poco è da aggiungere o da variare dalla relazione dello scorso anno che in parte riporto aggiornando solo i dati. Le modalità dei gruppi, dell’abitare, della residenzialità, dell’organizzazione sono uguali.

I gruppi di auto aiuto continuano ad essere lo specchio di come stiamo, sono durati tutto l’anno, 49 incontri il martedì e 50 il giovedì di circa 4/8 persone ciascuno.

Alcuni partecipano costantemente, altri quando compatibile con altri impegni (ad esempio il lavoro o impedimenti ). Continua ad essere uno strumento  di conoscenza, un esercizio di rispetto, un’occasione di riflessione, di sosta, una parentesi all’azione, un’apertura alle emozioni. Non sempre facile sempre utile. I nuovi si abituano al fatto che non c’è un facilitatore, che ci sono regole apparentemente rigide in un primo momento, il non interrompere, il non rispondere, il non dare consigli, il seguire l’ordine del cerchio nel prendere  la parola, riferirsi sempre solo a se stessi. Le persone trovano analogie oltre a diversità, spunti per spiegare quello che non riuscivano a spiegare, emozioni raccontabili, visioni inaspettate. Io partecipo senza svolgere un ruolo se non quello appunto di partecipante (non ci sono in un quarto degli incontri)

Tutti i martedì dell’anno (51 incontri quindi probabilmente solo quando il martedì coincideva con una festa non eludibile) sono avvenute le riunioni ‘sull’abitare’ con la partecipazione di  6/18persone. Tutti sono abituati a convogliare in questa riunione richieste per possibili risposte.

In particolare in questo anno si è discusso sugli steps del progetto per un abitare PRATO fuori dalla PRATO’. Problemi di convivenza, necessità, esame dei bisogni, organizzazione di risposte adeguate con l’adesione e partecipazione degli interessati e conoscenza del gruppo hanno visto sempre una soluzione nello scenario di questa riunione. E’ un incontro tra pari.  Attribuire al gruppo la responsabilità dei progetti significa renderli attuabili e solidi. Deciso un programma questo viene fatto. Possono esserci ritardi cambiamenti ma mai la delega e la deresponsabilizzazione. Riunioni a volte faticose ma punto fermo della PRATO a garanzia di una trasparenza per continuare una rotta condivisa e comunque conosciuta.

Accoglienza : chi si rivolge alla PRATO ha un primo colloquio nella sede.  A questo incontro partecipa sempre un sostenuto oltre a me o altro volontario perché sia possibile spiegare la nostra identità e il nostro modo di accogliere. E’ difficile accogliere quanto vorremmo perché le nostre forze sono nel gruppo e l’ingresso, la conoscenza reciproca, la sufficiente fiducia, la capacità di uscire da un ruolo passivo di assistito, richiedono tempo, pazienza e benessere sufficiente da parte di tutti. Peresperienza però chi va avanti rimane e diventa una nuova risorsa del gruppo.

Alcune persone rimangono in contatto con la PRATO solo per occasioni di incontro comuni, eventi, in un rapporto amicale e di sostegno. Ritornano a partecipare se in difficoltà, chiedono aiuto o ci aggiornano sulla loro situazione.

Anche questo anno ha funzionato una reperibilità telefonica continua, il cellulare dell’associazione è sempre aperto 24 ore su 24. C’è una disponibilità di tutto il gruppo dei volontari sostenuti nell’affrontare  situazioni di angoscia di singoli, nell’evitare solitudini, isolamenti, nel sostenere e offrire risorse: la rete ha funzionato, c’è stato un solo ricovero richiesto, nessun incidente ma sofferenze comunicate e superate (almeno quanto possibile). C’è stata la mia disponibiltà ad incontri con persone con disagio in situazioni di urgenza, anche per deontologia, mai sostituendomi ai curanti. Ho sempre segnalato al Servizio di Salute Mentale o ai curanti le necessità in accordo con i richiedenti.  

Residenzialità: il dato più significativo di quest’anno è stato il sostegno per un abitare in autonomia legato al progetto per un abitare PRATO fuori dalla PRATO’. I tre residenti hanno partecipato al progetto nel percorso di autonomia per loro previsto.  Una quarta persona, Valter, attraverso un uso della sede come palestra per verificare i suoi bisogni, abitando alla fine continuativamente in una stanza della sede, si è avvicinato al suo progetto di dimissione dopo 20 anni di resdenza in comunità terapeutica. Altri sostenuti non residenti hanno partecipato al progetto ottenendo un miglior livello di soddisfazione ai loro bisogni utilizzando le figure che la vittoria del bando ci ha permesso. La sede ha potuto usufruire di interventi di adeguamento al progetto ristruuturando la stanza per l’ospitalità temporanea. La sede ha continuato a funzionare anche come alloggio temporaneo in caso di necessità.

Lavoro: quest’anno le collaborazioni interne dei volontari sostenuti si sono integrate come si vede nell’allegato con le collaborazioni esterne rese attuabili dalla vittoria del bando della Compagnia San Paolo. E’ quindi continuata la partecipazione volontaria di sostenuti nel lavoro di segreteria, nel gruppo di scrittura, nel gruppo informatico, nella partecipazione ad eventi, riunioni, collegamenti, formazione, sono continuate le due borse lavoro  e sono stati utilizzati voucher e poi buoni lavoro per prestazioni, ma si è anche lavorato insieme ai collaboratori esterni per portare avanti il progetto verso un’autonomia più sicura e responsabile. Le opportunità di lavoro sono ancora insufficienti, in particolare per persone non più giovani che difficilmente vengono incluse in progetti ritenendo difficile un loro inserimento lavorativo. Resta però una necessità per alcuni sostenuti in grado di prestazioni occasionali. Solo Silvia ha potuto partecipare al laboratorio ‘FimoSiamo’ (iniziativa  organizzata dalla ALFAPP impegnata nel seguire programmi di inclusione lavorativa a cui aderiamo)

ATTIVITA’ E  PROGETTI

 

Concluse le presentazioni del libro ‘Dichiarati matti si raccontano, la follia parlata finalmente scritta’ con successo di vendita e gradimento con due ultimi incontri a Milano,  il focusdell’attenzione è stato quest’anno sul presente e futuro dei sostenuti. Futuro che dovrà essere il più possibile buono e sostenibile. Per questo obiettivo avevamo partecipato al bandoindetto dalla Compagnia San Paolo di Torino con il progettoper un abitare PRATO fuori dalla PRATO., ottenuta la vittoria ci siamo impegnati da marzo nell’attuazione dello stesso.

Riunioni, incontri, confronti e discussioni hanno impegnato noi tutti arricchendoci di nuove consapevolezze e necessità. E indicandoci la strada per proseguire al meglio la nostra mission.

Importante è per me qui sottolineare come le figure degli operatori coinvolti siano state in grado di entrare in relazione coi sostenuti in modo ottimale. Sicuramente favoriti dalla conoscenza ma anche coinvolti umanamente per loro doti, disponibili oltre il loro compito, capaci di rapporti paritari rispettosi ed efficaci. Grazie a loro e ai sostenuti il progetto delle quattro persone incluse sta procedendo e tutti i sostenuti hanno goduto di una risposta per bisogni prima meno soddisfatti.  Hanno appreso nuove abilità, hanno imparato a chiedere ed accettare un aiuto nella propria abitazione per la pulizia, il riordino, la razionalizzazione della spesa ed anche aiuto  nelle pratiche amministrative e in tutti gliatti burocratici indispensabili per un futuro più sicuro. Molte sono state le attività dentro e fuori la sede e verranno meglio spiegate a conclusione del progetto nel 2018. In particolare un nuovo impulso ai collegamenti esterni all’associazione con incontri con altri enti e istituzioni per portare avanti il progetto di cohousing, il consolidamento della rete territoriale e il proseguimento di iniziative che vedono i sostenuti protagonisti e timonieri.

Parallelamente e in assoluta sintonia è continuato il gruppo dimusica condotto da Barbara Bocca. Su input del dottor Valter Spiller si è progettato un possibile spettacolo con il coro MILLELIRE gospel choir e per tale occasione una sostenuta Emilia, ha continuato la conduzione di un gruppo di scrittura per la stesura dei testi da abbinare ai canti. Barbara conduce da maggio il gruppo di ascolto musicale  dei sostenuti alla conoscenza dei gospel mentre Emilia sta curando  i testi oltre a condurre il gruppo di scrittura. Grandissimo lavoro che ci auguriamo porterà ad un bel risultato. Fatica di tutti.

Gabriella Veardo in un altro gruppo di scrittura ha iniziato a favorire la riflessione sui bisogni espressi e non espressi per un abitare autonomo e responsabile . L’obiettivo è un manuale scritto dagli utenti sui propri bisogni ma anche sulle risorse e su cosa poter ottenere per poter vivere in autonomia quanto è possibile.

E’ continuato un gruppo informatico di base ed interventi di una sostenuta a sostegno di quesiti e problemi di chi usa la rete. Si attende che una borsa lavoro renda possibile questa attività della sostenuta esperta in informatica senza pagamenti in voucher (buoni lavoro) ora impossibili per le difficoltà di utilizzo. Maddalena ha aggiornato il sito e diffuso con locandine gli eventi.

Chiara e Silvia hanno felicemente concluso in maggio il corso di teatro con uno spettacolo (Shaking Shakespeare) al teatro del Ponente, molto piacevole ed applaudito.  

In maggio è stata aorganizzata una festa di beneficienza a favoredell’associazione da parte dell’azienda agricola San Massimo (Gropello Cairoli). La festa delle ciliegie ha visto la partecipazione gratuita  di chef stellati nella preparazione di risotti e specialità di riso veramente particolari . L’azienda ha offerto la raccolta di ciliegie dai suoi alberi con grande successo di pubblico. Una occasione di raccolta fondi veramente riuscita!Sono grata e spero in una replica altrettanto fruttuosa.

Nella sede rinnovata grazie al bando si sono visti film, fatti balletti, festeggiati compleanni, fatte cene, incontri, pernottamenti , sentita musica, utilizzato il PC ed internet ecc. da persone diverse o singoli. E’ una risorsa a disposizione. Siamo stati vittime di un furto a dicembre (come tutto il quartiere, ad opera sembra di una banda di ‘acrobati’, come detto dai Carabinieri) e questo ha interroto l’abitudine di lasciare la chiave in un posto conosciuto ma la sede resta sempre aperta ed accessibile sia perché abitata da Valter sia per il buon vicinato di cui gode (la vicina ha le chiavi) .

Nell’allegato si possono vedere le risorse del territorio, fuori dalla sede, trovate e utilizzate, dal corso di yoga e di teatro  alla piscina a partecipazioni a spettacoli teatrali e concerti. Ed anche pizze passeggiate bagni in mare inviti reciproci. Le relazioni e la capacità di stare insieme sono  fondamentali per un sufficiente benessere ma sottolineo anche come ciascuno si sceglie quello che preferisce e la PRATO interviene unicamente nel faciltare eventualmente la partecipazione.

I contatti della PRATO con altre realtà ed associazioni sono aumentati. In parte legati al progetto in parte per scelta. Io partecipo al coordinamento delle associazioni di volontariato che si occupano di disagio psichico. Lo stesso coordinamento vede la partecipazione del servizio pubblico. E’ possibile in questo modo una condivisione di obiettivi, un confronto ed una conoscenza di altre realtà. Un primo soddisfacente risultato è stata la partecipazione al convegno La Città che cura” con un intervento scritto da più sostenuti e letto da Emilia.

Giovanna Rossi si trova con il gruppo disabilità  al Celivo e con Valter e Maddalena nel progetto scuole per una sensibilizzazione sulla disabilità.

Continua un’utile collaborazione con l’associazione CE.STO.

Abbiamo partecipato agli eventi del Tam Tam del volontariato a Sestri Ponente ricordando il grande padre Modesto.

Il progetto per un abitare PRATO fuori dalla PRATO continua. Il prossimo anno ci vede già impegnati su più obiettivi tutti coerenti con la mission della associazione.

RINGRAZIAMENTI

Chi ci ha sostenuto con donazioni, azioni, vicinanza, sensibilità, incoraggiamento.

Sicuramente Giovanna Rossi la volontaria indispensabile. Ma tutti proprio tutti quelli che ci hanno incontrato continuano ad essere presenti ed incoraggianti, utili e generosi. Volontari coma Mariella Becchelli, Giovanna Schiaffino, Angela Corbella, Daniela Spina,Monica Bianchi (il suo incarico di insegnante ha escluso la sua possibilità di collaborazione come operatrice ma è rimasta la volontaria di sempre) persone come Ivana Olivieri dell’INCA o Irene Prmentola dell’UCIL, sensibili e pronte ad ascoltarci. Tutti quelli che partecipano alle nostre feste venendo anche da lontano come Massimo Rossi e Luca Galzignato. I famigliari dei sostenuti sempre discreti ma sempre presenti in tutte le occasioni per dare una mano concreta contribuendo alla riuscita dei nostri pranzi e festeggiamenti. Tanti nostri amici.  La generosità di Francesca Petrigni e della sua famiglia, della mamma, che continua una tradizione di fornitura e donazioni mangerecce per tutto l’anno . Dall’olio alle torte, alle paste, al caffè ecc ecc. Abbiamo un pò di Sicilia.  Ed anche di Calabria con il contributo di Anna Cascelli sempre in contatto con noi anche se lontana.

L’azienda San Massimo e in particolare Loredana pronta a fornire tutto l’aiuto possibile, Dino Massignani  e Massimo Bove per l’organizzazione della festa delle ciliegie nello splendido contesto del parco del Ticino.

Il  direttivo che ha sostenuto le nostre scelte le ha approvate, le ha permesse, disponibile sempre agli incontri, presente agli eventi, anche qui non certo particolarmente comodi per chi lavora. Disponibile anche a una reperibilità come già scritto quando non sono presente.

I revisori dei conti che lavorano gratuitamente (la dott.ssa Cinzia Farinetti in particolare) .

Chi ci sceglie per il 5×1000, ci fa conoscere.

E quest’anno ringrazio particolarmente gli operatori che hanno collaborato nel progetto. Non è facile lavorare con noi, richiede una sensibilità e una flessibilità non comune. E profonda umanità. Ma loro l’hanno avuta. Penso a Susanna Rossi che è riuscita a fare e far fare cose che non avremmo pensato facilmente fattibili. Un compito delicato che ha eseguito con intelligente sensibilità, entrando nella vita quotidiana  delle persone sostenute con attenzione ma anche concreto spirito pratico . E lavorando tanto lei per prima. Cito lei ma tutti, Gabriella Veardo Silvia Mongiardini Federica Narizzano sono stati ottimi collaboratori che vogliamo ancora con noi.  E cito Barbara Bocca che è con noi con sempre maggiore generosità affetto ed interesse. Ben oltre il suo compito di musicoterapeuta.  

Ringrazio chi ci fa donazioni.

In particolare i sostenuti che ci fanno donazioni proporzionate alle loro possibilità e questo ci conferma il loro senso di appartenenza e di essere nel giusto cammino. Dona anche chi già ci favorisce , è nel direttivo o tra i revisori dei conti o è una nostra esperta. E questo di nuovo ci gratifica perché fatto da persone che ci conoscono bene, sono al nostro interno.

E tutti i generosi altri donatori che ci danno fiducia.

                                                                CONCLUSIONI

Abbiamo la responsabilità di continuare.

Ringrazio voi tutti

Il presidente

Roberta Antonello                                                                                     Genova 18 aprile 2018